L’escalation degli ultimi giorni al confine ucraino, culminata con l’invasione avvenuta il 24 febbraio, ha innescato ulteriori tensioni sui prezzi di tutte le materie prime comprese quelle agricole.

Si tratta allo stesso tempo di un diretto riflesso del ruolo dell’Ucraina e della Russia nelle forniture globali di grano e mais, sia indirettamente come risposta dei mercati all’instabilità politica e alle incertezze conseguenti agli effetti delle sanzioni. In un tale contesto di incertezza, trovano ampia diffusione fenomeni speculativi.

Rimanendo in ambito agricolo ma esulando dai prodotti prettamente agroalimentari è da sottolineare la rilevanza della Russia nella produzione ed esportazione dei fertilizzanti. La Russia, infatti, è il primo esportatore a livello globale di fertilizzanti con 6,1 miliardi di euro nel 2020 (13% del totale export mondiale). L’Italia, tuttavia, è un mercato di destinazione della Russia poco rilevante, posizionandosi in quarantottesima posizione tra gli acquirenti, con poco più di 24 milioni di euro acquistati nel 2020 (il 5% circa degli acquisti nazionali di fertilizzanti nel 2020).

Di seguito vi proponiamo una scheda che presenta un’analisi dell’aumento materie prime a seguito del conflitto in Ucraina.

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