Le principali Parti sociali, a seguito di un percorso di confronto attivato dal Ministro del Lavoro Andrea Orlando, hanno siglato un “Protocollo Nazionale sul lavoro in modalità agile” che si applica nel settore privato.

Il Protocollo è stato elaborato sulla base delle seguenti premesse:

  • la modalità di lavoro agile è ormai un significativo tassello organizzativo in molte realtà produttive e può essere portatrice di benessere a favore delle persone e di risultati positivi a favore delle aziende;
  • l’attuale regolamentazione di fonte normativa rappresenta la cornice che definisce gli elementi caratterizzanti l’istituto e le tutele che devono essere attivate a favore dei lavoratori;
  • sussistono indubbie criticità operative nel declinare in modo completo alcuni aspetti operativi e i contorni di alcune tutele, in funzione delle caratteristiche delle aziende e in conformità con altre discipline di legge di portata generale.

Le linee guida

In base a quanto sopra, per supportare lo sviluppo del lavoro agile, le Parti sociali hanno elaborato delle linee guida.

Alcune linee di indirizzo sono spendibili direttamente a livello di accordo individuale. In particolare, il Protocollo, nel rispetto della disciplina di legge (L. n. 81/2017), riconosce che l’adesione al lavoro agile avviene su base volontaria ed è subordinata alla sottoscrizione di un accordo individuale sottoscritto tra lavoratore e datore di lavoro; l’accordo deve comunque essere adottato nel rispetto della legge, delle indicazioni fornite dall’eventuale contrattazione collettiva applicata al rapporto di lavoro e delle linee di indirizzo definite nel Protocollo.

Pur riconoscendo l’iniziativa e l’autonomia delle parti, il Protocollo, nel tratteggiare gli elementi fondamentali del lavoro agile, promuove la definizione di alcuni aspetti particolarmente importanti con la contrattazione collettiva di lavoro, sia nazionale che decentrata (operata a livello di territorio o di singola impresa): il protocollo dichiara, infatti, che la contrattazione collettiva rappresenta un importante strumento di promozione di forme di smart working di qualità, perché essa può prendersi in carico elementi complessi, in particolare quelli relativi alla salute e sicurezza dei lavoratori e alla protezione, segretezza e riservatezza dei dati, e fornire risposte concrete e di valore.

Incentivi e semplificazioni

Infine con il Protocollo le Parti sociali hanno invitato il Governo a introdurre:
a) un incentivo pubblico a favore delle imprese che applichino contratti collettivi in tema di smart working e che siano ispirati a principi di sostenibilità ambientale e sociale;
b) urgenti misure di semplificazione del vigente regime delle comunicazioni obbligatorie.
Seguiranno approfondimenti.

Le valutazioni di Cna

CNA valuta un buon punto di partenza la bozza di protocollo presentata alle parti sociali dal Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sul lavoro agile, apprezzando la volontà del Ministro di coinvolgere le parti sociali in un percorso che stimoli la contrattazione collettiva per la regolamentazione del lavoro agile.
Per la Confederazione infatti “la contrattazione collettiva riveste il ruolo centrale dell’impianto normativo sul lavoro agile, in quanto è l’unico strumento per cogliere le specificità tra i vari settori e tra le diverse caratteristiche dimensionali delle imprese”.

CNA presenterà in tempi rapidi alcune osservazioni sul testo. In generale dovrebbe essere ulteriormente rafforzato il ruolo della contrattazione collettiva nel disciplinare alcuni istituti e occorrono chiarimenti sul tema della salute e sicurezza.

PROTOCOLLO NAZIONALE LAVORO AGILE