Nei primi dieci mesi di quest’anno, oltre 2500 persone si sono rivolte al Patronato Epasa Cna di Ferrara per il disbrigo delle pratiche relative alla propria pensione, o per l’indennità di accompagnamento, o per maternità, ecc. Così pure, molti altri ferraresi fanno riferimento ai diversi patronati per risolvere problematiche di tipo previdenziale o assistenziale. Fino ad oggi, gratuite. Ma un taglio di 150 milioni di euro, previsto dalla Legge di Stabilità, mette pesantemente in discussione questa realtà, importante per tanti cittadini che, altrimenti, dovrebbero pagare per ottenere i propri diritti.

 

“Siamo consapevoli della difficile situazione del Paese e quindi non vogliamo sottrarci al dovere di contribuire all’azione di risanamento e all’ammodernamento dell’Italia – dichiara Raffaella Toselli, presidente del Patronato Epasa di Ferrara – Ma non a prezzo dei diritti delle persone, e soprattutto di quelle più deboli”. Per questo, da tempo Cna Epasa sta sollecitando “una riforma del sistema – aggiunge la presidente – nell’ambito di una più complessiva riforma del welfare, fondata sulla collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore per l’erogazione dei servizi alle persone”.

Alcuni numeri: per i patronati transita, a livello nazionale, il 96% delle domande di assegno sociale, il 77% delle domande di indennità di accompagnamento, il 93% delle domande di pensione di anzianità o anticipata, il 96% delle domande di pensione ai superstiti, il 89% delle domande di pensione di inabilità, il 91% delle domande di pensione di vecchiaia, il 94% delle domande di pensioni supplementari, il 64% delle domande di ricostituzione pensione per contributi pregressi, il 94% delle domande di ricostituzione pensione per supplemento e il 32% delle domande di rinnovo assegno di invalidità.
Il Patronato Epasa di Ferrara, ad esempio, nel corso di quest’anno, ha già inoltrato 2160 pratiche all’Inps (ma pensa di arrivare a 2500) e il resto ad altri Istituti come Inpdap, Inail ecc., riferite a domande di pensione, ricostituzioni pensionistiche, invalidità civili, domande di disoccupazione e domande di maternità. Le domande giunte a buon fine sono la quasi totalità.

Epasa, insieme ai patronati di Rete Imprese Italia chiede, quindi, al governo un deciso cambio di rotta, proprio a partire dalla realtà dei fatti: “Il riconoscimento dei diritti ai cittadini passa per i nostri uffici – constata Raffaella Toselli – Un fatto, questo, voluto dallo stesso Stato che, negli ultimi anni, grazie alla digitalizzazione, ha fatto di noi il suo braccio operativo. L’Inps, non a caso, ci riconosce da tempo questo ruolo. Chi farà tutte queste pratiche al posto nostro? Se tornassero in carico alla pubblica amministrazione servirebbero migliaia di uffici e centinaia di milioni di euro”.