“Ciò che è accaduto ieri è gravissimo, e mette in pericolo la sopravvivenza stessa di tante imprese delle costruzioni che, grazie al superbonus, sono riuscite a superare la crisi, a rilanciarsi e a crescere. Chiudere all’improvviso i rubinetti del superbonus, mettendo la parola fine alla possibilità di cedere i crediti, è una decisione che dimostra incapacità di visione economica e mancanza assoluta di dialogo con i territori”.

Il Presidente di Cna Ferrara Davide Bellotti interpreta la preoccupazione di centinaia di aziende ferraresi e migliaia di lavoratori che operano nell’edilizia, nelle costruzioni, negli impianti e che ora, improvvisamente, si vedono sbarrata la strada della ripresa. Come è noto, giovedì’ 16 febbraio il governo ha approvato un decreto legge (già in vigore dal 17 febbraio) che mette lo stop a tutte le cessioni dei crediti di tutti i bonus fiscali, a partire ovviamente dal superbonus. In sostanza, mette fine d’ora in poi al meccanismo che ha reso possibile lo ‘sconto in fattura’, vero motore del superbonus fiscale fino ad oggi.

“Con i decreti di ieri – rincara Bellotti – si è raggiunto il culmine di un progressivo scollamento, che io considero molto grave, tra dibattito politico-ideologico e scelte economiche. Aggiungo che c’è anche un evidente spaccatura tra le scelte delle amministrazioni territoriali, che si stavano organizzando per andare in soccorso delle proprie imprese, e il governo centrale”.

All’origine di tutto, dice Bellotti, un dibattito distorto e tutto ideologico sugli obiettivi del superbonus: “E’ nato con l’obiettivo di rilanciare un settore, l’edilizia, in profondissima crisi, e tuttavia essenziale per lo sviluppo del paese. e c’è riuscito, lo dicono i dati. Le aziende hanno saputo sfruttare l’occasione, sono ripartite, hanno creato occupazione e PIL.  Se vi sono state storture o abusi, vanno imputate alla cattiva scrittura dei decreti e a una carenza di controlli. Non certo alle imprese. Eppure si è cominciato a mettere contro aziende e cittadini, quasi che il superbonus avesse consentito alle imprese di arricchirsi a scapito dei cittadini: una cosa inaccettabile”.

Le decisioni prese in questi giorni dal governo sanciscono anche, secondo Bellotti, una incapacità del governo centrale e della politica romana di rapportarsi con i territori e con le amministrazioni locali: “il Comune di Ferrara stava lavorando all’acquisizione di crediti incagliati del superbonus. Una misura lungimirante, per dare ossigeno alle nostre aziende, sull’esempio di analoghi progetti della Provincia di Treviso, della Regione Sardegna e di altri enti. Il governo ha bloccato anche questi progetti, due giorni prima di calare una pietra tombale sul superbonus”.

Un ultimo punto, anch’esso molto grave, a giudizio di Bellotti: “il governo ha bloccato tutto, ha rotto bruscamente con le imprese e con i territori,  ma non ci ha detto come in tende andare avanti. Come devono comportarsi e imprese che si trovano in  mezzo al guado, e che ora rischia concretamente di andare in crisi? L’Europa ci chiede di innalzare il livello qualitativo dei nostri immobili, pena un crollo dei valori di mercato, che avrebbe conseguenze devastanti sul patrimonio di milioni di italiani proprietari di casa. Se si cancella il superbonus e si lasciano morire le imprese edili, come speriamo di raggiungere l’obiettivo?”.

Un cambio di rotta è urgente, conclude Bellotti: “sperare di risolvere i problemi di natura economica con leggi calate dall’alto è un’illusione pericolosa, soprattutto nel settore dell’edilizia. Servono strategie flessibili che nascano da un confronto con i territori ed i corpi intermedi, in primis le associazioni d’impresa. Questa politica autoreferenziale, incapace di leggere le realtà locali e misurarsi in modo efficace con l’economia è arrivata davvero al capolinea”.