L’azienda è nata nel 1973 quando Luciano Benazzi acquistò il primo camion: “l’alternativa era lavorare in campagna. Allora decisi, con il sostegno economico di mio padre, di diventare autotrasportatore. Poi i soldi del camion, nel tempo, glieli ho restituiti”

Oggi Fratelli Benazzi Autotrasporti, sede a Caprile di Codigoro, è un colosso con 80 camion e 100 autisti, che arrivano a 130 e oltre nel periodo estivo, quando si intensifica il trasporto dei prodotti agroalimentari. L’azienda, socia storica di Cna da quasi 40 anni, opera in tutta Italia e all’estero. La F.lli Benazzi è quindi un buon ‘termometro’ per comprendere la difficile situazione in cui si trova l’autotrasporto.

Il settore dell’autotrasporto è particolarmente sotto pressione in questo periodo. Un’azienda di dimensioni importanti come la vostra come sta affrontando questa difficile situazione?

“Siamo reduci  – spiega Fabiano Benazzi, il più giovane dei due fratelli che oggi amministrano l’azienda – da un anno in cui l’economia è andata in sofferenza e si è assistito a forti speculazioni e aumenti indiscriminati nel campo delle materie prime. Stavamo recuperando faticosamente una situazione di equilibrio, accordandoci con i nostri clienti, quando è arrivata un nuovo colpo inatteso”

Cioè il fortissimo aumento dei carburanti…

“… anch’esso – prosegue Fabiano Benazzi – frutto di speculazioni contro cui si è fatto poco o nulla. Nel 2014-15 il gasolio arrivò a costare 1,65 il litro, quando il petrolio costava 130 euro il barile. Oggi il gasolio costa ben oltre i due euro, ma il petrolio è fermo a 100 euro. Se questa non è speculazione…”.

Il governo ha in effetti preso dei provvedimenti. Lei pensa che siano insufficienti?

“Lo penso, sì. Credo che fossero necessario misure di tutt’altro livello. In generale, credo che oggi per consentire all’autotrasporto di riprendersi e bloccare la speculazione sarebbe necessario imporre un tetto al costo dei carburanti”.

La Fratelli Benazzi Autotrasporti opera al 60-65% nel settore agroalimentare. È un’azienda di successo molto legata al territorio: ha alcuni clienti storici come Conserve Italia, il Gruppo Caviro (produttore, ad esempio, del vino Tavernello), il Consorzio Terre Cevico.

Per soddisfare clienti di queste dimensioni che caratteristiche bisogna avere?

Risponde Luciano Benazzi, che fondò l’azienda acquistando il primo camion nel 1973: “bisogna dare un servizio completo, dal deposito alla distribuzione, ed essere affidabili e puntuali. La puntualità, soprattutto, è la caratteristica distintiva per un’azienda come la nostra”.

Il vostro impegno per la sostenibilità ambientale della vostra attività?

“I nostri veicoli sono tutti Euro 6 – spiega Luciano – E non solo perché lo Stato incentiva i veicoli meno inquinanti, ma anche e soprattutto perché è giusto così: dobbiamo puntare tutti a inquinare meno”.

Molti vostri colleghi lamentano che non si dà all’autotrasporto l’importanza che merita: voi che ne pensate?

“E’ chiaro – risponde Luciano Benazzi – che un’azienda per sopravvivere deve guadagnare e fare reddito, altrimenti muore. Per assicurare la circolazione delle merci bisogna permettere alle aziende dell’autotrasporto di sopravvivere: se ci ‘pelano’, noi chiudiamo e le merci non circolano più”

“Questo settore è in crisi, in Italia, da fine anni ‘90, a causa della liberalizzazione delle licenze e della concorrenza degli autotrasportatori dell’est Europa. La politica ha fatto molti errori: oggi è necessario cambiare rotta: tenga conto che oggi oltre l’85% delle merci in Italia viaggia su gomma, e data la nostra struttura produttiva non può essere che così. L’autotrasporto ha diritto a vedere riconosciuta l’importanza del proprio ruolo”.