“Siamo di fronte a un’autentica presa in giro delle imprese artigiane, che forniscono servizi utili alle persone e alla comunità. Viene chiesto loro di tenere aperta l’attività, e contemporaneamente si impedisce ai loro clienti di raggiungerle se abitano in un Comune diverso. Non c’è alcuna logica in disposizioni come queste: Governo e Regioni devono immediatamente rivedere la propria posizione in materia dando una interpretazione univoca per tutto il territorio nazionale che non penalizzi le imprese”.

Davide Bellotti, presidente di Cna Ferrara, non usa mezzi termini. Secondo l’interpretazione della Regione Emilia Romagna non ci si può spostare da un Comune a un altro per andare dal proprio parrucchiere o estetista di fiducia. Lo stesso vale per il gommista, il carrozziere, l’autofficina o la lavanderia.

“Interpretazioni incomprensibili”

“E’ davvero incomprensibile – prosegue Bellotti – I servizi estetici sono molto personali e personalizzati, e contribuiscono al benessere delle persone. Inoltre, tantissime nostre imprese hanno servizi prenotati da tempo, da parte di clienti seguiti da tanti anni, che ora non possono andare solo perché abitano in un comune limitrofo. Inoltre, acconciatori ed estetiste, in questi mesi, hanno dato prova di grande rispetto per i protocolli di sicurezza: usano i dispositivi prescritti con estremo rigore, si attengono alle regole e registrano con attenzione tutti i clienti che accedono ai locali, cosa riconosciuta e che ha consentito loro di rimanere aperti”

Nemmeno per andare dal gommista o dall’autoriparatore di fiducia

Simile paradosso è quello che investe gommisti, autoriparatori, tintolavanderie e tanti altri servizi rivolti alla comunità: “Faccio un solo esempio: la Regione Emilia Romagna – dice Bellotti – mi dice che non posso andare dal gommista di fiducia, che magari ha in consegna le gomme invernali della mia auto, o dall’autoriparatore che ha già pronti i ricambi necessari per la manutenzione ordinaria. Non posso, se il gommista o l’autoriparatore hanno la loro attività oltre il confine del mio Comune di residenza. E la sicurezza della mia e di tante auto come la mia? Non interessa più a nessuno?”

Nelle Marche sì, in Emilia Romagna no. Perchè?

Il paradosso è ancora più irritante se si considera che nelle Marche, Regione arancione come l’Emilia Romagna, questa possibilità è stata data. Evidentemente non c’è alcuna uniformità di interpretazione né collaborazione tra le diverse Regioni.

“Siamo di fronte, purtroppo, a una burocrazia impazzita – conclude Bellotti – che non riesce a gestire con buon senso questa difficilissima emergenza. C’è un cortocircuito istituzionale che porta al rischio di far chiudere centinaia di imprese.

Stato e regioni intervengano subito

Se Stato e Regioni non interverranno tempestivamente garantendo l’esercizio della libertà d’impresa siamo pronti ad azioni anche eclatanti per tutelare il nostro artigianato.

Nel contempo occorre rivedere i ristori garantendo a tutti un equo indennizzo sulla base delle perdite di fatturato, non in base ad artificiosi criteri burocratici come i codici Ateco”.