Tampone obbligatorio – fino al 7 settembre – per tutti coloro che rientrano dalle vacanze in Grecia, Croazia, Malta e Spagna. Lo stabilisce un’ordinanza del Ministro della Salute Roberto Speranza.
L’ ordinanza del 12 agosto 2020 prevede l’obbligo a presentare un test molecolare o antigenico, con risultato negativo, effettuato per mezzo di tampone nelle 72 ore antecedenti l’ingresso in Italia. Se non si dispone del test, bisogna sottoporsi al tampone al momento dell’arrivo o entro 48 ore dal rientro in Italia.
Le indicazioni operative e i numeri utili
Il ministero della salute consiglia, a chi e rientra in Italia in aereo, di effettuare il test e munirsi della relativa attestazione, da presentare in aeroporto alla partenza. L’obiettivo è evitare attese e complicazioni all’arrivo in Italia.
Per informazioni è possibile chiamare il Ministero della Salute ai seguenti numeri:
• dall’Italia al numero gratuito 1500
• dall’estero ai numeri +39.02.32008345 – +39.02.89619015 – +39.02.83905385
Cosa fare all’arrivo in Italia
Chi non abbia eseguito un test prima di partire, una volta arrivato in Italia dovrà telefonare ai numeri regionali presenti sul sito web del Ministero della Salute consultabili nella sezione “ A chi rivolgersi” o sui siti web delle singole Regioni per segnalare il suo ritorno da Spagna, Grecia, Croazia e Malta.
La Asl competente lo sottoporrà a un test diagnostico entro 48 ore come previsto dall’Ordinanza del Ministro della Salute del 12 agosto 2020.
Test rapidi
Nei prossimi giorni, nei principali aeroporti, nei porti e linee di confine, in via sperimentale si potranno trovare postazioni per eseguire i test rapidi per chi è sprovvisto dell’attestazione del test eseguito prima della partenza e risultato negativo.
La notizia in un tweet
È stato lo stesso ministro a darne notizia, il 12 agosto, con un tweet in cui si legge, tra l’altro: “Dobbiamo continuare sulla linea della prudenza per difendere i risultati raggiunti negli ultimi mesi con il sacrificio di tutti”. L’ordinanza nazionale è stata emanata con l’accordo di tutte le Regioni, e in particolare dell’Emilia Romagna, che aveva già pronta un’ordinanza analoga.