In Emilia-Romagna il settore del trasporto pubblico non di linea, occupa circa 3.000 persone, tra titolari di licenze taxi e autorizzazioni di noleggio con conducente, a cui bisogna aggiungere circa 700 addetti (tra sostituti e collaboratori), e almeno 200 dipendenti tra le varie cooperative e consorzi presenti in Regione, i cui posti di lavoro potrebbero essere messi a rischi dal prolungarsi delle difficoltà per gli operatori del trasporto pubblico non di linea.

“Da quattro mesi lavoriamo in perdita”

La categoria dei tassisti e del noleggio con conducente versa in una profonda crisi, poiché da oltre 4 mesi si trova ad operare in condizioni di evidente rimessa economica a causa del crollo della domanda di trasporto. La ripresa, nonostante qualche segnale di miglioramento, non potrà avvenire prima di un anno.

Il settore non si è mai fermato per senso di responsabilità

Pur operando in rimessa, con senso di responsabilità e correndo tutti i rischi di contagio da Covid-19 i tassisti e i noleggiatori con conducente non si sono mai fermati rispettando gli obblighi di servizio previsti per le attività pubbliche ed essenziali e restando a disposizione dei cittadini bisognosi, seppur con modalità di turnazioni che hanno previsto un numero di giornate lavorative e di orari fortemente ridotti rispetto a quelli ordinariamente previsti.

“Nessuna misura a sostegno della categoria”

“Ad oggi – interviene il Presidente del Consorzio Taxisti Ferraresi di CNA FERRARA Davide Bergamini – nessun provvedimento specifico a sostegno e a tutela della categoria è stato adottato dalle Istituzioni. Non bisogna però dimenticare l’importanza strategica di un settore che è integrativo al trasporto di linea. A dimostrazione di ciò a Ferrara si contano ad oggi 54 taxi. La categoria dei tassisti e del noleggio con conducente opera in maniera significativa nella filiera del turismo, ma non beneficia neppure degli interventi riconosciuti a questo settore, con il rischio di portare al fallimento un sensibile numero di aziende. Si aggiunge a ciò il fatto che tuttora si osserva ancora l’”orario COVID” con un dimezzamento della flotta del 50% e con la centrale aperta 6 ore invece che 12 ore portando ad un calo significativo delle corse compreso tra l’85% e il 90%”. 

“È già da ora evidente – continua Bergaminiche una parte importante della categoria non sarà in grado di onorare i pagamenti moratorie di contributi, finanziamenti e leasing che si stanno avvicinando, con evidenti ricadute negative su tutto il sistema”.

Servono politiche attive per incentivare la domanda di trasporto

Le Associazioni di rappresentanza della categoria hanno avanzato la richiesta di valutare politiche attive per incentivare la domanda di trasporto. Propongono l’emissione di buoni mobilità o modalità affini, inclusi benefici per le aziende quali la detassazione dei servizi di mobilità dei dipendenti.

E’ stato avviato un dialogo con l’Assessore regionale ai trasporti Andrea Corsini. L’assessore ha dato la disponibilità a intervenire su politiche di rilancio della domanda. Ad oggi tuttavia non è ancora noto come e quali siano le risorse realmente a disposizione.

“Bonaccini intervenga sul governo per chiedere aiuto”

“Come conseguenza di questa grave situazione – conclude Bergaminile Associazioni di categoria che rappresentano a livello regionale Taxi e NCC hanno invitato il Presidente Stefano Bonaccini a chiedere al Governo misure a sostegno del settore. All’Assessore regionale Andrea Corsini Hanno chiesto di definire con urgenza gli interventi da adottare per il rilancio della domanda e l’entità economica delle risorse che possono essere messe a disposizione”.

Lettera all’amministrazione regionale: “Stato di agitazione del settore”

La comunicazione è stata fatta attraverso una lettera inviata all’AmMinistrazione Regionale e alle varie Amministrazioni comunali e Prefetture coinvolte con la quale è stata formalizzata la proclamazione dello stato di agitazione del settore a far data dal 22 luglio 2020.