“Attendevamo la presentazione del nuovo decreto con speranza, l’abbiamo archiviata con un misto di delusione, rabbia e sconcerto.”. È una bocciatura senza mezzi termini quella che Diego Benatti, direttore di Cna Ferrara, dà del decreto presentato ieri sera dal Presidente del Consiglio. “E’ chiaro che l’impianto del Decreto prende in considerazione unicamente le esigenze della grande industria, e perde completamente di vista le piccole e medie imprese, che pure costituiscono il 90% del tessuto economico del Paese”.

Estetiste e acconciatori ancora in panchina: perchè?

Particolarmente grave è la data fissata per l’apertura delle attività artigiane del benessere, della ristorazione e degli esercizi pubblici: il 1° giugno. “Stiamo parlando – prosegue Benatti – di imprenditori che, sulla base di anticipazioni giornalistiche mai smentite, hanno già iniziato a fare investimenti per assicurare il distanziamento fisico e la ripresa in sicurezza. Ebbene, queste categorie sono state rispedite in panchina per cinque settimane e, se non basta, viene messo in dubbio ogni spostamento dei cittadini che sono di fatto i clienti. Eppure sono aziende in cui il rispetto delle norme igieniche è da sempre una assoluta priorità”. In questo modo, continua Benatti, il settore va verso la chiusura di almeno un’impresa su tre, dando peraltro buona linfa all’abusivismo. Che del rispetto delle norme sanitarie se ne frega.

Edilizia privata: perchè non subito?

“E’ incomprensibile – spiega Benatti – anche la scelta di mantenere chiusa l’edilizia privata mentre si fanno ripartire i cantieri pubblici: una differenza ingiustificata, visto che i protocolli di sicurezza da rispettare per contenere la diffusione del contagio sono esattamente gli stessi per tutti i cantieri, pubblici e privati”.

Turismo ignorato: uno scandalo

Infine, il turismo: “E’ davvero scandalosa la totale assenza di certezze per il settore del turismo: stabilimenti balneari, campeggi, strutture ricettive. Quando potranno ripartire? Sulla base di quali regole? A quali condizioni? Attendevamo un chiarimento che, invece, non c’è stato. Non è possibile trascurare un settore strategico, che produce una porzione importantissima della ricchezza del Paese, e del nostro territorio”.

“Il decreto va cambiato”

“Lavoreremo subito – conclude il direttore di CNA Ferrara – per far sì che questo decreto sia cambiato e su questo non faremo sconti. Noi continuiamo a ritenere che la data più opportuna per la ripresa di queste attività sia l’11 maggio. Di certo non lasceremo nulla di intentato per cercare di dare agli artigiani quella dignità che sino ad oggi non hanno avuto, senza escludere manifestazioni di protesta anche eclatanti e consapevoli che la disperazione può trasformarsi in rivolta”.