“Il settore dell’autotrasporto è in prima linea ogni giorno, da quando è iniziata l’emergenza. Decine di migliaia di autotrasportatori sono quotidianamente in strada con il camion per garantire l’approvvigionamento dei generi alimentari, dei medicinali, e di tutto ciò di cui abbiamo bisogno per andare avanti nell’emergenza. Per questo chiediamo più rispetto per i nostri dipendenti e più attenzione alle esigenze delle nostre imprese”.

Fabiano Benazzi, socio della Cna di Ferrara, è una figura storica dell’autotrasporto. Dal 1973, insieme al fratello Luciano, è titolare della F.lli Benazzi srl, società che opera su scala europea con 90 dipendenti e sede a Caprile di Codigoro. Per una decina d’anni, dal 1996, è stato presidente della FITA, l’associazione degli autotrasportatori aderente a CNA.

“Il nostro settore è essenziale nell’emergenza”

Perché ha deciso di prendere posizione? “Perché il nostro settore ha un ruolo essenziale in questa fase di emergenza, ma non ha il dovuto riconoscimento.- spiega Benazzi – I nostri autisti operano in condizioni difficilissime sia durante il tragitto sia alla consegna. Spesso non trovano punti di ristoro aperti lungo la strada. Se li trovano gli viene negato l’accesso ai servizi igienici, o addirittura gli viene impedito di scendere dal camion. E spesso la stesa cosa accade alla consegna. Spesso ai conducenti dei camion viene addirittura imposto di starsene in cabina, impedendo loro id controllare lo scarico delle merci”

Il problema delle revisioni in ritardo

Insomma, una situazione di estrema difficoltà, che Fabiano Benazzi denuncia, chiedendo più rispetto. Non solo: c’è anche un grave problema riguardo alle revisioni dei camion.

Spiega Fabiano Benazzi: “La motorizzazione civile, anche a causa dell’emergenza, non garantisce adeguatamente i servizi di revisione dei mezzi. Questo crea enormi difficoltà alla circolazione dei camion. Oltre frontiera un camion con la revisione in ritardo non può proprio circolare, e questo riduce ulteriormente le nostre capacità di approvvigionamento ma anche di esportazione.”

Serve una risposta istituzionale subito, conclude Benazzi: “è necessario riconoscere che anche noi siamo in trincea e che il nostro è a tutti gli effetti un servizio di primissima necessità”