BergonzoniProtesiLe protesi dentali del futuro costeranno molto meno di oggi, saranno più belle e verranno realizzate con una tecnologia di stampa tridimensionale innovativa ed efficiente, messa a punto dai ricercatori del Laboratorio Tecnologie dei Materiali dell’ENEA di Faenza.  La ricerca condotta da questi studiosi, che potrebbe rivelarsi davvero rivoluzionaria, è durata due anni: è stata ideata dalla rete IDENTITALIAgroup, che raggruppa diversi laboratori odontotecnici della Provincia di Ferrara, ed è nata in collaborazione con la Cna di Ferrara, l’associazione imprenditoriale di cui IDENTITALIAgroup fa parte.

“E’ stata la nostra rete a ideare questa ricerca e a commissionarla al laboratorio Enea di Faenza – spiega Paolo Bergonzoni, amministratore di IDENTITALIAgroup – L’obiettivo era mettere a punto un processo produttivo, per le protesi dentali, a costi molto più bassi di quelli attuali e basato su stampanti 3D comunemente reperibili sul mercato”.

L’innesco è avvenuto tramite la Cna di Ferrara e il suo HUB 4.0, che ha proposto il progetto di ricerca all’Enea e lo ha candidato ai finanziamenti concessi dalla Camera di Commercio di Ferrara nell’ambito del programma nazionale Industria 4.0.

La tecnologia utilizzata è denominata Stampa DPL (Digital Light Processing): utilizza delle resine liquide fotosensibili a cui vengono addizionate polveri di ossido di zirconio, una ceramica high tech ampiamente usata nell’odontotecnica.

“Quando vengono colpite da fasci di luce ad alta precisione – spiega Bergonzoni – le resine polimerizzano, cioè si trasformano in materiali plastici molto resistenti. Le nuove protesi dentarie nasceranno così: una scansione digitale della bocca del paziente, e da qui un progetto che guiderà la sorgente luminosa nella creazione, microstrato dopo microstrato, del pezzo finale”

I risultati della ricerca sono stati presentati in giugno al Congresso della European Ceramic Society a Torino, e in questi giorni sono in evidenza sulla Home Page del sito internet di Enea nazionale. Da qui, il direttore del laboratorio di Tecnologie dei materiali Giuseppe Magnani spiega: “Si tratta di una tecnica molto promettente che potrebbe rivoluzionare il mondo dell’odontotecnica, riducendo costi, tempi di lavorazione e sprechi di materiale a beneficio dei clienti finali anche in termini di adattabilità e versatilità”.

Ora il progetto è destinato a entrare in una nuova fase: materiali impiegati e processi produttivi devono essere certificati per l’uso umano. Dopo di che potranno entrare sul mercato e segnare una nuova fase di sviluppo delle tecnologie odontotecniche.