Secondo le stime di Cna, ci sono almeno 150 tonnellate di pneumatici fuori uso (PFU) che attendono di essere raccolti e smaltiti, nei piazzali delle oltre 200 attività (gommisti, autoriparatori, rivenditori) che si occupano di commercializzare e installare gomme per autoveicoli a Ferrara e Provincia.
E’ un’emergenza che si ripresenta periodicamente ad ogni estate: comporta rischi di natura ambientale e crea grossi problemi alle aziende, che rischiano sanzioni anche gravi, fino alla temporanea chiusura dell’attività.
Perché si crea questa situazione? “La raccolta e lo smaltimento degli pneumatici usati – spiega Giancarlo Veronesi, imprenditore di Cna e presidente di Federpneus (Associazione Nazionale Rivenditori Specialisti di Pneumatici) – viene curata da appositi Consorzi creati dai produttori, che si finanziano tramite il cosiddetto contributo PFU, una quota che viene pagata da ogni cliente all’atto dell’acquisto delle gomme per il proprio autoveicolo. Purtroppo, il sistema non funziona come dovrebbe, e periodicamente la raccolta si ferma. Così accade che ciclicamente – soprattutto all’inizio dell’estate e alla fine dell’anno – i piazzali dei rivenditori e delle officine si riempiono di gomme da smaltire”.
Quindi cosa si può fare? “Prima di tutto – prosegue Veronesi – è urgente che i Consorzi riprendano a raccogliere e smaltire le gomme. Ma è anche necessario ripensare tutto il sistema. Le associazioni degli operatori del settore lo chiedono, ora è tempo di passare dalle parole ai fatti. E le istituzioni che hanno il compito di controllare – i Comuni attraverso la polizia Municipale, le Asl, il Corpo forestale – dovrebbero chiedere con forza al Ministero Competente di affrontare e risolvere questa emergenza che non può più essere rinviata. Anche perché nel frattempo i cumuli di PFU creano rischi per l’ambiente, e le aziende vengono sanzionate, pur avendo versato ai consorzi tutti i contributi dovuti”.