Un tempo, forse, sarebbe quasi passato sotto traccia. Oggi invece una risposta del ministero dei Trasporti giunta a quasi 24 ore dalla ferma sollecitazione a incontrarsi con il ministro espressa dalle associazioni dell’autotrasporto raccolte in Unatras, suscita quasi scalpore.
Niente di trascendentale, per carità: di fatto il ministero ha convocato le associazioni dell’autotrasporto per il prossimo mercoledì 29 novembre, per ragionare sulle principali criticità da affrontare rispetto al settore. Eppure l’autotrasporto era da tanto tempo che non trovava in buchetta anche una semplice risposta di questo tipo. Anche perché, con ogni probabilità, al ministero “facevano melina” con l’obiettivo di far trascorrere un altro mesetto in modo che a quel punto, già dopo Natale, avrebbero potuto nascondersi dietro la montante campagna elettorale pregando le associazioni e ripresentarsi
quando sarà nuovamente nominato un interlocutore politico.
Già un interlocutore politico. Il punto è proprio questo: l’autotrasporto ha perso un interlocutore politico ormai dal lontano 19 maggio scorso, quello in cui – per i più distratti – l’allora sottosegretario delegato Simona Vicari rassegnò le dimissioni dopo le reazioni suscitate dall’accusa di aver ricevuto in regalo un Rolex da un armatore in cambio dell’approvazione di un emendamento, approvato dal Parlamento, a favore dell’intero settore marittimo. Da allora non soltanto sono trascorsi sei mesi, non soltanto quella delega è rimasta vacante, ma anche i pilastri tecnici, per così dire, del ministero di piazza di Porta Pia hanno subito un qualche smottamento.
In particolare da dopo l’estate, quando il 7 settembre il direttore generale per il trasporto stradale e l’intermodalità, Enrico Finocchi, da anni prezioso e competente interlocutore per l’autotrasporto, è stato promosso alla guida del personale e degli affari generali e ha così lasciato il suo posto ad Antonio Parente, ex direttore generale per il trasporto e le infrastrutture ferroviarie, figura sicuramente capace e volenterosa, ma ovviamente bisognoso del tempo necessario per prendere confidenza con le complesse dinamiche del settore. Ecco perché in questo scenario il supplente forte, l’unico in questo momento in grado di gestire la situazione e a incontrare le associazioni di Unatras il prossimo mercoledì 29 novembre è Mauro Bonaretti, il capo di gabinetto di Delrio. A lui non a caso Unatras aveva inviato – seppure per conoscenza – la richiesta di convocazione rivolta al ministro Delrio. E proprio da lui è giunta la convocazione.
Quale sarà il clima? Sicuramente non pacato e amichevole. La rappresentanza dell’autotrasporto studierà la strategia da adottare e l’elenco delle criticità più bisognose di intervento già questa settina, martedì 21 novembre. Fin d’ora, comunque, il nervosismo è tangibile. Eloquente quanto si legge sul sito di Assotir, laddove si precisa che «nessuno pensi che la semplice convocazione possa bastare a mitigare il disagio del settore ed a evitare che esso si esprima in forme anche eclatanti». E da che mondo è mondo, di eclatante nelle manifestazioni dell’autotrasporto c’è soltanto il fermo.