Fanno passi in avanti, a Bruxelles, i provvedimenti con cui il governo italiano stanzia fondi per il ferrobonus e il marebonus, mentre incontra ancora qualche intoppo quello che contiene la decontribuzione per gli autisti impegnati in trasporti internazionali. È questo, in sintesi, il senso dell’incontro che le associazioni dell’autotrasporto hanno avuto con il sottosegretario ai Trasporti, Simona Vicari.

Rispetto invece alla decontribuzione, così come è stata scritta questa misura, finirebbe per essere considerata un aiuto di Stato e quindi bocciata a livello comunitario.
Ecco perché sarebbe opportuno riscrivere il testo normativo guardando però al 2017 e usando magari il regolamento de minimis per scongiurare la decadenza di uno stanziamento effettuato rispetto al 2016.
Tra le ipotesi circolate c’è quella di legare la decontribuzione a un meccanismo premiale, vincolato ad alcune caratteristiche delle aziende.
L’operazione cioè sarebbe quella di trasformare una decontribuzione tout court, data a chi prima arriva, in un premio alle aziende con buone performance sull’internazionale.
In questo modo anche l’Inps, che da quando la norma è apparsa nella legge di Stabilità 2016, non ha fornito alcuna indicazione attuativa, potrebbe dare attuazione alla decontribuzione.

Ricordiamo che la norma in questione contenuta nella legge di Stabilità prevede l’esonero dai complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro nella misura dell’80% per i conducenti impegnati in trasporti internazionali con veicoli dotati di tachigrafo digitale. A questo scopo è autorizzata la spesa di 65,5 milioni di euro all’anno per il triennio 2016-2018 a titolo sperimentale ed è soggetta a specifica domanda dell’impresa interessata.
Condizione per accedere al beneficio è il numero di giornate annue in cui l’autista è impegnato in trasporti internazionali: devono essere almeno 100, circa i 2/5 delle giornate lavorative prevista da Ccnl.
L’esonero contributivo, che non riguarda i premi e i contributi Inail, è riconosciuto dall’Inps in base all’ordine cronologico delle domande, fino a esaurimento delle risorse, valutata anche su base pluriennale con riferimento alla durata dell’esonero.