I sia pur timidi recenti segnali di ripresa dell’economia su scala nazionale, non bastano a far sì che le imprese possano chiamarsi fuori dalla crisi, che continua a far sentire i propri effetti, seppure con un tendenziale rallentamento. Difatti, come emerge dall’indagine TrendEr, l’Osservatorio realizzato da Cna Emilia Romagna e Federazione delle Banche di Credito Cooperativo (oltre 5 mila imprese esaminate), presentata in questi giorni, le piccole imprese della regione hanno continuato a soffrire anche nel secondo semestre del 2014 anche se, per la prima volta dall’inizio della crisi, la flessione diminuisce, con un andamento diversificato a seconda delle diverse aree territoriali. Mentre Reggio Emilia, Bologna e Piacenza perdono pesantemente con percentuali pari a due cifre, e, per contro, Modena registra un aumento del 4%, la provincia di Ferrara si attesta attorno ad un – 8,3% del fatturato totale delle aziende con meno di 20 dipendenti, contro una media regionale del – 7,7%, attestandosi comunque attorno ai due terzi del fatturato di inizio 2008.
“Le imprese – come sottolinea Alberto Minarelli, presidente provinciale della Cna – guardano ancora con prudenza ai recenti segnali di maggiore vivacità dell’economia. Certamente, speriamo in un consolidamento degli indicatori, tali da confermare le tendenze alla crescita, anche se non possiamo nasconderci che partiamo da una situazione molto complessa, che ha riportato indietro di parecchi anni lo stato dell’economia della nostra provincia e della stessa Emilia Romagna. Una dato preoccupante riguarda il calo rilevante delle spese per gli investimenti del secondo semestre 2014 (-26,7%), che prosegue e accentua un trend degli ultimi anni. Ciò significherà che una parte delle piccole e medie imprese del nostro territorio avrà maggiore difficoltà ad imboccare il percorso dell’innovazione, indispensabile per cogliere nuove opportunità di mercato che si presenteranno nel prossimo futuro”.
Difficilmente, quindi, la ripresa arriverà e si diffonderà a tutti i settori in modo spontaneo. “La nostra Associazione è più che mai al fianco delle imprese in questa fase, ma occorre, però, che la politica e le Amministrazioni locali agiscano più efficacemente per sostenere l’imprenditoria: agevolando l’accesso al credito, semplificando la burocrazia, favorendo l’innovazione delle piccole imprese, regolando un mercato degli appalti che non penalizzi i piccoli”.
Infine, sempre nella seconda metà dello scorso anno, a Ferrara sono continuate a diminuire altre importanti voci di spesa: – 6,7% per le spese da retribuzioni, – 8,6% per le spese da consumi, con un vero e proprio crollo delle spese per formazione (-50,2%). Il peggioramento riguarda tutti i settori: in particolare il legno-mobile, che perde a fine anno il 24,6%, seguito dal sistema moda (-19,7%).