E’ stata raggiunta il 31 marzo l’intesa sull’Accordo per il Credito 2015, tra l’Associazione bancaria italiana e le associazioni d’impresa, in particolare: Agci, Confcooperative, Legacoop riunite in Alleanza delle Cooperative Italiane; Cia Claai; Coldiretti; Confagricoltura; Confapi; Confedilizia; Confetra; Confindustria; CNA, Confartigianato, Confersercenti, Confcommercio, Casartigiani riunite in Rete Imprese Italia. L’intesa, diretta a sostenere le piccole e medie imprese (Pmi), si inserisce sulla traccia delle precedenti “moratorie”. Infatti a partire dal 2009, l’ABI e le Parti hanno definito una serie di iniziative volte a sostenere le esigenze di liquidità delle imprese, grazie alle quali le Pmi beneficiarie hanno potuto sospendere il pagamento della quota capitale di oltre 415 mila finanziamenti, ottenendo liquidità aggiuntiva per circa 24 miliardi di euro.

Il nuovo accordo per il credito 2015 consente di sospendere anche i finanziamenti che hanno già beneficiato di tale strumento negli anni passati, con la sola esclusione di quelli per i quali la sospensione sia già stata fruita nei 24 mesi precedenti.
La nuova intesa è diretta anche ad agganciare la ripresa e a sostenere lo smobilizzo dei crediti verso la Pubblica amministrazione.

L’Accordo è stato trasmesso al Ministero dell’economia e delle finanze e al Ministero dello sviluppo economico e resterà in vigore fino al 31 dicembre 2017, lo stesso prevede tre iniziative:
• Imprese in ripresa
• Imprese in sviluppo
• Imprese e Pa

Imprese in ripresa
Prevede la possibilità per tutte le Pmi “in bonis” di:
• sospendere la quota capitale delle rate di mutui (12 mesi) e leasing (12 mesi immobiliari – 6 mesi mobiliari), anche se agevolati (l’Ente che eroga il contributo pubblico deve aver deliberato l’ammissibilità ed averlo comunicato al Ministero dell’economia d e delle finanze che lo pubblicherà sul proprio sito internet) o perfezionati con cambiali;
• allungare il piano di ammortamento dei mutui (3 anni per i chirografari e 4 anni per gli ipotecari e cmq non oltre la durata residua del piano di ammortamento); delle scadenze del credito a breve termine (a 270 giorni) e del credito agrario (a 120 giorni).
Le operazioni di cui sopra devono risultare in essere alla data di firma dell’accordo ovvero 31/03/2015 e sulle stesse non deve essere stata richiesta la sospensione o l’allungamento nei 24 mesi precedenti la data di presentazione della domanda.

Imprese in sviluppo
Prevede che le banche aderenti costituiscano dei plafond individuali – con un obiettivo di dotazione complessiva pari a 10 miliardi di euro – destinati al finanziamento dei progetti imprenditoriali delle Pmi. La nuova misura si estende anche al finanziamento dell’incremento del capitale circolante necessario a rendere operativi investimenti realizzati o in corso, come anche della capacità operativa necessaria a far fronte a nuovi ordinativi.

Imprese e Pa
Riprende lo schema precedente per lo smobilizzo dei crediti delle imprese verso la Pa, aggiornandone i contenuti alle recenti disposizioni legislative, ed in particolare al rafforzamento dell’istituto della certificazione avvenuto con il Dl 66/2015.
L’ABI e le associazioni d’impresa si sono anche accordate per alcuni impegni comuni. Si attiveranno per sottoscrivere un accordo con l’Agenzia delle Entrate in base al quale, le imprese che hanno richiesto il rimborso di un credito di natura fiscale possano ottenerne l’anticipazione bancaria. È prevista la costituzione di un forum di dialogo per la promozione di un maggiore utilizzo, da parte delle banche, delle informazioni di natura qualitativa, anche riferite agli attivi intangibili, per la valutazione del merito di credito delle imprese, oltre che un tavolo di confronto sul rapporto banca-confidi con l’obiettivo di promuoverne l’evoluzione e lo sviluppo.

Scarica qui l’Accordo integrale

Ricordiamo anche la moratori aper le famiglie

E’ al via l’Accordo per la sospensione della quota capitale per i finanziamenti alle famiglie. Nuova liquidità per far fronte alle emergenze delle famiglie anche tenendo conto di quanto previsto dalla Legge di Stabilità.
L’Associazione bancaria italiana e le Associazioni dei consumatori – Acu, Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori – hanno raggiunto un accordo per la sospensione della quota capitale per i finanziamenti alle famiglie anche tenendo conto di quanto previsto dalla Legge di stabilità.
L’Accordo è stato trasmesso al Ministero dell’economia e delle finanze e al Ministero dello sviluppo economico.
L’Accordo prevede la sospensione per un massimo di 12 mesi della sola quota capitale per i crediti al consumo di durata superiore a 24 mesi e per i mutui garantiti da ipoteca su abitazione principale. La sospensione può essere richiesta dal consumatore nei casi di cessazione del posto di lavoro, morte, grave infortunio o nei casi di misure di sospensione del lavoro e/o di ammortizzatori sociali anche qualora abbia ritardi di pagamenti fino a 90 giorni. La sospensione non comporta il pagamento di commissioni o interessi di mora, ma solo degli interessi alle scadenze contrattuali calcolati sul debito residuo.
Con l’accordo i firmatari hanno inteso ampliare le misure di sostegno alle famiglie in difficoltà nell’ambito del credito ai consumatori a medio e lungo periodo e hanno previsto tra i possibili beneficiari anche i soggetti che hanno subito sospensioni o riduzioni dell’orario di lavoro dovuta alla prolungata crisi economica. Entrambe le misure di sostegno non erano state fin qui previste in apposite iniziative.
L’Accordo riapre i termini anche per sospendere i finanziamenti per le famiglie che hanno già beneficiato di tale strumento negli anni passati, purché la sospensione non sia stata richiesta nei 24 mesi precedenti.