“Non c’è altro tempo da perdere. Anzi, va recuperato tutto il tempo perso. Il nostro governo ritiene la situazione dei balneatori una priorità nazionale e la loro sorte una sfida importante, non solo per la categoria, 30mila imprese con 100mila addetti, ma per l’intero sistema economico, imprenditoriale, turistico italiano”. Lo ha affermato il sottosegretario per i Beni e le Attività culturali, Francesca Barracciu, tirando le somme del convegno su “Prospettive in Italia ed in Europa sulle concessioni demaniali marittime”, tenuto oggi nella sede della Cna nazionale.
Ad aprire i lavori è stato Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna. “I Paesi che vincono in Europa e nel mondo sono quelli che fanno sistema e non si dividono – ha esordito Silvestrini – la presenza oggi, nella sede della Cna, nella casa delle imprese, di un’illustre rappresentante del Governo, di tanti parlamentari, di tanti imprenditori è il simbolo di questa raggiunta unità. Che è indispensabile anche di fronte all’Europa. Ma se questa unità è il simbolo di una consapevolezza ritrovata, ebbene questa consapevolezza va estesa al riconoscimento e alla valorizzazione delle specificità nazionali. A cominciare dalle piccole imprese, che è una richiesta anche europea: think small first, prima pensa al piccolo, come impone lo Small business act. E’ il momento di valorizzare le piccole imprese, allora, anche nel settore balneario. E’ il momento di dare una sferzata all’intero sistema, come raccomanda ogni giorno il presidente del Consiglio”.
E’ stata poi la volta del coordinatore nazionale Cna balneatori, che ha illustrato caratteristiche, problemi e potenzialità della categoria. Una categoria che, in particolare, chiede al governo di allungare la durata delle concessioni demaniali marittime, di riconoscere il valore commerciale delle imprese balneari, di modificare i criteri di determinazione dei canoni demaniali marittimi. A seguire sono intervenuti alcuni dei numerosi parlamentari di tutto lo schieramento politico presenti all’iniziativa: Sergio Pizzolante (Ncd), Manuela Granaiola (Pd), Paolo Petrini (Pd), Carla Ruocco (M5S), Ignazio Abrignani (FI), Marco Di Maio (Pd), Emma Petitti (Pd), Franco Vazio (Pd), che si sono impegnati a sostenere le ragioni dei balneatori. Quindi, il sottosegretario Barracciu per le conclusioni. Al centro del suo intervento la direttiva europea Bolkestein, destinata a liberalizzare i servizi pubblici, e la sua applicazione al settore delle concessioni demaniali.
“Non sono venuta a promettervi che non applicheremo la direttiva, perché va applicata – ha spiegato il sottosegretario – ma posso promettervi che a Bruxelles difenderemo con tutte le nostre forze i diritti delle imprese”. Barracciu ha poi sottolineato il cambiamento di passo dell’attuale governo rispetto ai precedenti. “Il nostro – ha precisato – è il primo governo che va a Bruxelles a portare una proposta di sistema sulle concessioni demaniali marittime. Prima di tutto, dobbiamo presentare, però, una riforma complessiva che ci renda più forti nel negoziato con la Commissione europea. Solo così potremmo tentare di strappare una congrua proroga alle concessioni, evitando l’apertura di un’infrazione e le sue conseguenze economiche e politiche. Perché la proroga al 2020 di cui si parla da anni, in realtà, non esiste. Fu approvata una legge in tal senso nel 2012, ma non è stata mai notificata all’Ue. Ufficialmente, non c’è”.
Il sottosegretario ha, quindi, annunciato che il governo sta lavorando al riordino complessivo del sistema al fine di permettere la difesa della specificità italiana in sede europea, “perché noi non vogliamo il monopolio delle multinazionali sulle nostre spiagge. Vogliamo che sulle nostre spiagge si parlino le lingue straniere per i turisti stranieri, ma anche il sardo e il romagnolo, il ligure e il siciliano”.
“Il governo spiegherà all’Europa – ha concluso Barracciu – che questa situazione discende da un sistema normativo al quale vi siete attenuti. Diversa sarà la condizione di quanti vorranno entrare nel mercato: l’Italia ha migliaia di chilometri di spiagge inutilizzate, in cui saranno applicate le nuove regole. Noi chiederemo di tutelare le imprese che puntano ad aumentare qualità e valore aggiunto delle attività, rispettando l’ambiente e garantendo la sicurezza. Ma le imprese hanno bisogno della prospettiva di un congruo numero di anni davanti, per rientrare dai necessari investimenti richiesti dall’attività balnearia”.