Ricerca e sviluppo nella fashion valley. Cna Emilia Romagna in prima linea per garantire il massimo utilizzo del credito d’impostaper la ideazione e realizzazione dei nuovi campionari.

Bologna, 13 ottobre 2017. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha finalmente fornito alcuni chiarimenti applicativi sul credito d’imposta per ricerca & sviluppo nell’ambito del settore moda, nello specifico per l’idealizzazione e la realizzazione dei nuovi campionari.
Si tratta di un passaggio fondamentale per lo sviluppo di questo settore: la Cna Federmoda Emilia Romagna si è particolarmente impegnata per ottenere questo risultato, insieme ad altre confederazioni rappresentative del settore (Confartigianato e Confindustria Emilia-Romagna) trainate dall’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Emilia-Romagna.

Un impegno che ha visto protagonista l’Emilia Romagna in ragione sia della rilevanza delle imprese del settore, 22.700 imprese nel 2015 e 90.000 addetti (fonte Ervet), sia in considerazione di una forte spinta di valorizzazione del settore che si può rintracciare nel più ampio progetto dell’Assessorato denominato Fashion Valley e per il quale, già a partire dal 2016, Istituzioni, Associazioni e Imprese stanno investendo energie e risorse. Un efficace lavoro di squadra, guidato e coordinato dall’assessore alle attività Produttive della regione Palma Costi, che ha permesso finalmente l’utilizzo del credito d’imposta alle aziende del settore.

Il tema della identificazione della attività di ricerca e sviluppo nel settore moda è questione complessa perché ha dinamiche del tutto differenti dalla ricerca e sviluppo nel settore industriali. La velocità con cui cambiano i trend, gli stili e i gusti dei consumatori, la scoperta e l’utilizzo di nuovi materiali, il connubio tra tecnologia e “ciò che si indossa”, il cosiddetto wearable, in un mercato che porta in sé un approccio globale sono alcune di queste dinamiche.

Questo spinge l’imprenditore della moda a creare continuamente nuove collezioni e prototipi e questo è vero non solo per chi è titolare del brand di prestigio riconosciuto a livello mondiale, ma anche per i brand di nicchia, e per tutti gli operatori della filiera che nella loro fase produttiva contribuiscono alla realizzazione del nuovo.

E’ questo che ha spinto Cna Federmoda e altre confederazioni rappresentative del settore per ottenere alcuni chiarimenti applicativi del credito di imposta per ricerca & sviluppo previsto fin dal 2006 e rinnovato anche per il 2017.

Il ministero, pur nel quadro complessivo delle modalità di accesso al credito di imposta che rimangono immutate, ha finalmente chiarito come nei settori in questione possono considerarsi rilevanti, quali attività di ricerca industriale e sviluppo pre-competitivo, l’insieme dei lavori organizzati dall’impresa ai fini dell’elaborazione e della creazione di nuove collezioni di prodotti. Questo perché proprio nelle fasi della ricerca, ideazione estetica e realizzazione dei prototipi è possibile astrattamente individuare “quel segmento di attività diretta alla realizzazione del prodotto nuovo o migliorato, al quale collegare l’agevolazione che premia lo sforzo innovativo dell’imprenditore”.

“Il sistema moda regionale – dichiara Marco Gasparini, Portavoce Regionale CNA Emilia Romagna Mestieri a Monte Federmoda – è il quarto pilastro dell’economia regionale per diffusione imprenditoriale e addetti, di cui molti non dobbiamo dimenticare, sono donne. Oltre il 10% delle esportazioni della Regione sono attribuibili al settore moda, ma solo 2.000 imprese risultano esportatrici. Questo significa che il prodotto viene realizzato e commercializzato da una filiera diffusa di piccole e medie imprese, spesso in logica di subfornitura. La sfida della Fashion Valley in Emilia Romagna che ci ha posto l’assessore Costi ci spinge a ricercare soluzioni e interventi che, in ambito di politica industriale, possano sostenere il settore e preservare il suo know-how fatto di ricerca, ingegno, ma anche capacità realizzativa”.

Il chiarimento pervenuto dal MISE- afferma Dario Costantini Presidente CNA Emilia Romagna – è un segnale di attenzione verso un settore, il Fashion, che ha ripreso una grande visibilità nella politica industriale regionale rispetto agli anni passati. Come CNA esprimiamo un vivo apprezzamento rispetto al chiarimento, ma anche riguardo alla vicinanza della Regione Emilia Romagna che, con una azione diretta e concreta che ci ha portato a ottenere il risultato sperato”.

 

L’ufficio comunicazione
Cna Emilia Romagna
Maurizio Collina
Tel. 051/213.3111 – 348/602.3310