“Un controllo elettrocardiografico aggiornato è necessario anche per chi si iscrive ad attività sportive amatoriali; a chi lo ritiene un onere inutile, il legislatore potrebbe chiedere di prendersi ogni responsabilità di quanto gli può succedere durante l’esercizio fisico”. Francesco Fedele ordinario di Cardiologia alla Sapienza di Roma e Presidente della Fondazione Italiana Cuore e Circolazione, che nelle scuole ha realizzato lo screening ECG su 20 mila studenti, legge in controluce il qui pro quo scatenato dal decreto del fare che ha abolito l’obbligo di certificato medico di buona salute per la pratica sportiva amatoriale.
Palestre, piscine, sale da ballo oggi continuano a chiedere il certificato, ma i medici non lo rilasciano, spiegando che non solo è contro legge e inutile, ma fa ricadere su di loro la responsabilità di eventuali fatalità.
Il cittadino ormai deve solo produrre l’elettrocardiogramma , “anche non contestuale” come prescrive la Fnomceo, ma le palestre voglio di più: lo chiedono le compagnie che le assicurano. E il cittadino che vuole fare sport, anche solo leggero, o fa l’esame nel privato o … si arrangia.
“Pur non citando i cardiologi, la normativa disegnata dalla legge Balduzzi equiparava giustamente l’attività amatoriale a quella agonistica, inserendo ECG e misurazione della pressione nelle visite, a monte di un certificato medico, a tutela di tutti”, dice Fedele. “Il decreto del fare a metà 2013 non solo ha spazzato via il certificato, ma ha rimesso in capo al medico di fiducia la discrezionalità di decidere se praticare o no l’ ECG. Ma nemmeno il più grande cardiologo al mondo può rilevare da una visita le anomalie elettriche che osserva l’ ECG. Così si è arrivati al documento della Federazione degli ordini – Fnomceo che chiede al cittadino che si iscrive in palestra il possesso di un ECG anche non contestuale”.
Forse ci vorrebbe anche un controllo pressorio. “Ho chiesto e chiedo a Fnomceo di coinvolgere Società di Cardiologia o Anmco nell’elaborazione di documenti di questo tipo”, dice Fedele. “Credo confermerebbero che per tutte le attività serve documentazione adeguata: a richiedere sorveglianza non è soltanto la pratica agonistica, ma anche il salto dall’inattività all’attività fisica. La spesa per visita ed ECG c’è, ma non ha costi enormi, al punto che, credo, sarebbe sostenibile per intero da un Servizio Sanitario Nazionale che volesse dedicarsi attivamente alla prevenzione”