Il nuovo Codice degli appalti apre spazi nuovi per le piccole e medie imprese, fino ad oggi in posizione marginale rispetto ad un mercato che privilegiava grandi dimensioni e logiche come il massimo ribasso. Uno “scatto”, quindi, a detta del presidente nazionale di Cna Costruzioni, Rinaldo Incerpi intervenuto l’altra sera al convegno nella sede di via Caldirolo, dedicato all’approfondimento delle opportunità aperte con la nuova normativa, ancora, però, in buona parte da conquistare nella pratica quotidiana delle stazioni appaltanti.
Ciò, in primo luogo, per l’assenza dei decreti attuativi e di quelle Linee guida Anac, che renderanno chiari e inequivocabili i criteri da adottare nelle gare d’appalto, come non ha mancato di sottolineare il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, nel proprio intervento all’iniziativa di Cna Costruzioni, alla luce di un Decreto legislativo che lascia ancora troppi “buchi” interpretativi. D’altra parte, lo stesso sindaco di Ferrara ha voluto rimarcare i molti aspetti positivi del nuovo Codice, a partire dalla scelta di privilegiare nelle gare d’appalto il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa – quello già attuato da tempo dalla stessa Amministrazione – in grado di meglio assicurare la qualità del progetto e le tempistiche di realizzazione, premiando le effettive capacità dell’impresa aggiudicatrice.
E, tuttavia, ciò che è uscito dalla porta rischia di entrare dalla finestra – ha osservato Lorenzo Minganti, esperto in diritto amministrativo e lavori pubblici – La logica del massimo ribasso rischia di sopravvivere nelle gare d’appalto soprattutto dei Comuni più piccoli per forza d’inerzia, eccesso di autotutela e difficoltà a mettere in pratica gli aspetti tecnici di una nuova normativa, certo ispirata alla semplificazione, ma i cui contenuti innovativi richiedono una riconversione di una certa complessità.
Obbligo di frazionare i grandi appalti in lotti funzionali, rendendoli così più accessibili alle piccole e medie imprese, possibilità, per le opere fino a un milione di euro, di organizzare gare a invito, rivolte a un numero crescente di imprese a seconda dell’ammontare della gara, affidamenti diretti fino a 40 mila euro. La scelta compiuta con il nuovo Codice appalti, anche per il confronto instaurato dall’Associazione in questi mesi con i legislatori, di rendere protagonista quel sistema di piccole e medie imprese che, come ha ricordato il presidente provinciale di Cna Costruzioni, Riccardo Roccati – costituisce oltre il 90 per cento del tessuto produttivo nazionale, è inequivocabile.
Ora si tratta di passare ad una nuova fase, impegnativa per tutti i soggetti in campo. Cna chiede uno sforzo adeguato a tutte le Amministrazioni pubbliche direttamente interessate alla normativa, candidandosi a contribuire in prima persona al processo di transizione al nuovo Codice, così come sta avvenendo per il Comune di Ferrara, ma consapevole che saranno necessarie sollecitazione e persuasione, affinché amministrazioni locali e dirigenti pubblici delle stazioni appaltanti accolgano queste novità, valutando l’accesso delle pmi come un opportunità e non un problema, nel rispetto delle norme.
Dall’altra, più complessivamente, il nuovo Codice degli appalti rappresenta una sfida per lo stesso sistema delle piccole e medie imprese delle costruzioni, in una fase tutt’ora di crisi e di scarse risorse pubbliche: “Una sfida a crescere – ha concluso Incerpi – a qualificare sempre più le proprie vocazioni e capacità competitiva su un mercato più aperto e inclusivo”.